Leoluca Orlando, sindaco di Palermo, prevede un secondo processo di Norimberga dove verrà messo alla sbarra Matteo Salvini con l’accusa di essere un nazista colpevole di crimini contro l’umanità. Ad Orlando fa eco il sacerdote Alex Zanotelli che insiste nell’accusa di nazismo nei confronti del ministro dell’Interno colpevole, a suo dire, di tenere chiusi i porti e di provocare le stragi di migranti nel Mediterraneo.
Il sindaco di Palermo ed il missionario rientrato da tempo in Italia rappresentano le punte più virulente del fenomeno di criminalizzazione politica che si sta verificando nel nostro Paese ai danni di Matteo Salvini sull’esempio di quanto già fatto in passato dalla sinistra nei confronti dei suoi più pericolosi avversari. Da De Gasperi a Tambroni, da Segni a Leone, da Fanfani a Cossiga, da Craxi a Berlusconi, ognuno di questi leader dei variegati fronti anticomunisti del secondo dopoguerra sono stati oggetto di campagne di criminalizzazione tese a metterli fuori gioco in quanti esponenti di un nuovo pericolo fascista.
Rispetto al passato, però, la criminalizzazione di Matteo Salvini presenta una differenza di fondo. Fino a Silvio Berlusconi è stata la sinistra guidata dal Pci e dai suoi eredi diretti a promuovere e guidare le campagne di odio contro i propri nemici politici. Adesso le diverse articolazioni della sinistra tradizionale, Partito Democratico compreso, non promuovono e non guidano più ma seguono le indicazioni che provengono dal mondo cattolico. Si dirà che questo mondo cattolico, vedi Orlando e Zanotelli, fanno parte da sempre della sinistra. E che, quindi, la differenza è di fatto inesistente. Invece la novità esiste. Ed è rappresentata dal fatto che mentre in passato i cattolici di sinistra rappresentavano solo l’area catto-comunista e potevano contare solo sull’appoggio indiretto e non ostentato dei settori più progressisti delle gerarchie ecclesiastiche, i criminalizzatori attuali hanno alle spalle il sostegno e la copertura dei massimi vertici della Chiesa ormai decisi ad intervenire nella situazione politica italiana promuovendo la rinascita di un nuovo partito di cattolici allineato alle posizioni di Papa Bergoglio.
Pochi sembrano consapevoli di questa novità e delle conseguenze che potrà determinare nella società italiana. Prima fra tutte la spaccatura della comunità dei credenti divisa tra l’obbedienza ad un Vaticano che diventa promotore di un nuovo fronte popolare portatore di odio e di intolleranza e la consapevolezza che è arrivato il momento di tornare all’anticlericalismo liberale che ha fatto l’Italia!