Sulla Tav la scelta non può essere ragionieristica | Arturo Diaconale

15 Febbraio 2019
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Sulla Tav il tentativo di distrazione di massa messo in atto dal Movimento Cinque Stelle sembra aver prodotto il risultato voluto. Ora si discute non sulle ragioni dell’opera e sul significato simbolico che il collegamento con l’Alta Velocità tra Italia e Francia ha assunto. Si dibatte, al contrario, sulle opinioni contrastanti date da esperti veri e presunti sui costi e sui benefici dell’infrastruttura trasformando la vicenda in una questione ragionieristica su cui separare gli spendaccioni destinati ad essere anche corrotti dai risparmiatori votati alla legalità e all’onestà.

La distrazione di massa realizzata dai dirigenti grillini, dunque, è perfettamente riuscita. Un tema su cui si scontrano visioni opposte della società e del futuro si è trasformato in una lite da osteria in cui si fanno ballare cifre prive di qualsiasi fondamento e si prende addirittura per serio l’argomento che la Tav provocherebbe un danno alle casse dello Stato in quanto l’aumento del traffico su rotaia farebbe diminuire il traffico su gomma e gli introiti dello Stato garantiti dalle accise sulla benzina.

Se si vuole sfuggire al grottesco ed al ridicolo bisogna necessariamente mettere fine alla sagra della sciocchezza orchestrata dai pentastellati ed insistere nel ricordare i due diversi significati simbolici che si scontrano senza possibilità di compromesso nella vicenda. Per i suoi nemici la Tav è la “madre di tutte le battaglie” in favore di una visione della società indirizzata verso un futuro di decrescita segnata dalla fine dell’economia capitalistica e dall’avvento di un ritorno all’epoca preindustriale. Per i suoi sostenitori, al contrario, la Tav è il simbolo dello sviluppo e della crescita di una società che non vuole tornare al passato ma pretende di migliorare sempre e comunque le condizioni di vita e di benessere dei cittadini.

Due futuri così diversi ed alternativi non possono essere decisi sulla base dei costi e dei benefici contraddittori. La decisione va presa per una scelta politica, culturale, morale. Per cui se i grillini vogliono combattere sulla Tav la “madre di tutte le battaglie” per la decrescita felice, i loro avversari non possono far altro che lanciare l’offensiva contro i Saddam oggi presenti nel Governo del Paese per cacciarli una volta per tutte!