Torna l’ipotesi delle elezioni anticipate | Arturo Diaconale

26 Febbraio 2019
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È assolutamente normale che il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ed il capo politico del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio ribadiscano che i voti nelle amministrative regionali, prima in Abruzzo e domenica in Sardegna, non hanno alcuna influenza negativa sulla tenuta e sulla marcia del governo. Ed è ancora più normale che a mettersi sulle stessa linea sia il leader della Lega Matteo Salvini, sempre più convinto che vincere con il centrodestra nelle amministrative e fare il socio di riferimento nel governo nazionale costituisca una condizione di vantaggio da mantenere il più a lungo possibile.

Non è normale, però, immaginare che la tendenza in atto del ritorno al bipolarismo tradizionale, con il conseguente ridimensionamento del M5S a terza forza sempre più marginale, non possa avere alcun impatto sulla tenuta del Governo giallo-verde. Fino ad ora ad escludere conseguenze negative sull’Esecutivo è stata la constatazione che non esiste alternativa al patto tra leghisti e grillini nell’attuale Parlamento. Ma se i voti amministrativi e quello europeo dovessero dimostrare in maniera incontrovertibile che gli equilibri politici reali presenti nel Paese sono diventati totalmente diversi da quelli rappresentati dal voto del 4 marzo dello scorso anno, la considerazione sull’assenza di alternativa parlamentare dovrebbe lasciare obbligatoriamente il posto alla necessità di ridare voce alla sovranità popolare per rimettere il Paese formale in linea con quello reale.

Più i voti regionali confermano il ritorno al bipolarismo classico, in sostanza, più diventa concreta l’ipotesi delle elezioni anticipate. Elezioni che al momento sono osteggiate dalla stragrande maggioranza dei parlamentari timorosi di perdere la propria poltrona, ma che potrebbero diventare inevitabili non solo per l’evidente frattura tra Paese reale e Paese formale ma anche perché i partiti dell’attuale maggioranza potrebbero scoprire che il voto anticipato sarebbe l’unica soluzione possibile ai loro problemi. Le elezioni sarde hanno messo i grillini di fronte ad una bruciante realtà, quella di un declino accelerato, che può essere interrotto solo con un sollecito ritorno all’opposizione. Le elezioni, al tempo stesso, hanno lanciato alla Lega il segnale che la crescita a scapito del resto del centrodestra e del M5S ha raggiunto il punto di massimo sviluppo e che sarebbe opportuno passare all’incasso elettorale prima che la parabola possa incominciare a scendere.

Il voto anticipato, dunque, diventa una prospettiva possibile. Forse l’unica per salvare un Paese altrimenti condannato allo sbando!